La calvizie nell’uomo è una perdita dei capelli che non lascia indifferenti.
A maggior ragione quando si tratta di giovani ragazzi che devono ancora affermarsi nel mondo del lavoro e nei rapporti con gli altri.
Perché nasconderlo, tutti sanno che la società in cui viviamo rivolge molta attenzione all’aspetto estetico e alla cura della persona.
I capelli, contribuiscono ad avere un’immagine migliore di sé, favorendo autostima, successo nel lavoro, nella privata e nei rapporti con gli altri.
La presenza di capelli sul cuscino, sulla scrivania, in doccia o sul pettine crea inevitabilmente sconforto e preoccupazione.
Partiamo col dire che in condizioni fisiologiche l’uomo periodicamente affronta un ciclo vitale del capello.
Infatti si nota la caduta dei capelli ormai maturi e vecchi e la ricrescita di nuove strutture pronte a sostituirli.
In questo modo si verifica un ricambio costante pronto a garantire una copertura ottimale della testa.
Quando il ciclo vitale del capello subisce delle variazioni, è ovvio che qualcosa non va!
Si deduce quindi che a preoccupare non deve essere la caduta dei capelli ma la progressiva comparsa di segnali come riduzione di massa e volume, diradamento, stempiatura e nei casi più avanzati visibilità del cuoio capelluto.
Come è possibile capire quando un uomo sta andando incontro ad una calvizie?
Sicuramente attraverso un check-up specialistico di prevenzione.
Infatti gli strumenti messi a disposizione dal tricologo consentono di valutare l’attività follicolare nel produrre o meno il capello.
Consapevoli del fatto che i capelli ormai persi non posso più ricrescere, oggi più che mai la prevenzione è considerata l’arma vincente per contrastare al meglio la calvizie.
LEGGI L’ARTICOLO: Prevenzione per la caduta dei capelli
Come si manifesta la calvizie nell’uomo?
La calvizie nell’uomo riguarda inizialmente la zona frontale, con il cosiddetto fenomeno della stempiatura.
Qui le tempie tendono a scoprirsi sempre più e l’attaccatura dei capelli tende ad arretrare, causando maggiore visibilità della fronte.
Il passo successivo e il diradamento che coinvolge la zona centrale della testa (vertice).
Questo processo avviene gradualmente: i capelli dapprima si assottigliano, poi miniaturizzano, fino ad una condizione definita vellus, ovvero la peluria.
Giunti a questo stadio la calvizie è ormai irreversibile.
Questo vuol dire che i follicoli piliferi non saranno più in grado di produrre capelli nuovi.
Quali sono le cause della calvizie?
Sono molteplici le motivazioni che comportano la caduta di capelli nell’uomo.
La più conosciuta perdita dei capelli è per cause genetiche.
Attenzione però, perché i capelli non cadono solo perché è scritto nel DNA, infatti studi dimostrano che anche soggetti non predisposti geneticamente, perdono i capelli.
Carenze nutrizionali, stress, squilibri ormonali, uno stile di vita scorretto, assunzione di farmaci o abuso di alcol sono tutti fattori che giocano un ruolo importante nello sviluppo di un problema di capelli.
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I consigli degli esperti
La calvizie si può manifestare in maniera diversa da soggetto a soggetto. Infatti può variare per quantità di capelli che cadono, zone in cui si sviluppa ma anche tempi di progressione.
Ecco perché fare chiarezza prima di intraprendere strade sbagliate aumenta la possibilità di successo.
L’analisi specialistica del capello consente una valutazione mirata dello stadio di calvizie in atto e consente di ricavare informazioni utili a stabilire l’intervento più opportuno.
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